Mi piace pensare al nuovo anno come a un treno vuoto, un vagone dove io stessa viaggio sola. Mi piace assaporare questi attimi per riempire il mio senso di vuoto di ogni bene, cosa che mi porta a vivere la vita con più intensità. Immergendomi in questo pensiero riempio il treno di ogni bene ricchezza piacere ma anche spazio di dolori. La vita è tutto!
L'anno parte già carico nella mia testa, e ogni istante che vivo sembra un enormità perché l'emozione è tanta. Un traguardo è stato raggiunto, che stento a credere sia vero, tanto mi sembra un sogno. Non avrei mai creduto che l'aver scritto un libro mi avrebbe dato tanta soddisfazione! Dal mio primo libro Eccomi ci sono ancora, trae ispirazione il mio ultimo libro: una favola per adulti interamente interamente ispirata a esso. Quanto verrà compreso non so, sarebbe buona norma leggerli entrambi per capire cosa di reale io veda nella favola. L'incognita del dubbio lascia vana la realtà che si vive.
Un desiderio che ho: mi piacerebbe far conoscere a tutti come tutto questo è potuto succedere, divulgarlo al mondo intero perché sapesse. Vorrei tanto che la gente conoscesse. Condizionale è d'obbligo, in quanto siamo troppo distratti; ma distrarsi non può chi vive una realtà in bilico, o chi deve stare attento! A costui non è permesso sbagliare. Una dimenticanza può essergli fatale! La vita ci regala momenti che talvolta si vivono con tale intensità d'animo, così grande da non trovare parole per descriverli.
Ritornando al nuovo libro: Mimì nella grotta oscura - Edizioni Erickson, che si presta a uscire in questi giorni: quest'ultimo trae spunto dalla lettera di una mamma. Una lettera che mi ha inondata di gioia e indotta a riflettere e ora posto con piacere. La signora Anna, mamma di Monica una ragazza affetta da sclerosi tuberosa, mi scrive in merito a Eccomi ci sono ancora, e si rammarica che Monica non abbia le capacità di comprensione del suddetto libro. Anna mi scrive che per lei ci vuole una versione semplificata, cosa non propriamente facile! Così ho valutato il suggerimento per scrivere un racconto semplificato del libro "Eccomi ci sono ancora" e non avesse i stessi contenuti.
Presi atto delle sue parole. Casualmente iniziai a scrivere una fiaba, senza volerlo avevo iniziato un cammino inseguendo le orme di quella lettera. Continuai a camminare cercando di non perdermi nel labirinto delle emozioni.
La simulazione di fatti realmente accaduti e velati di mistero nasconde la realtà che si legge nel primo libro, e tutti i riferimenti sono celati dalla finction del racconto. Celando il dolore dietro una fiaba ognuno può leggervi la propria esistenza e ritrovare l'identità impressa nel personaggio. Una favola per adulti utile a comprendere la realtà e imparare a vivere la vita in armonia con se stessi. Un racconto che senza questa lettera, o meglio le parole scritte in quel trafiletto, non sarebbe mai nato. Spero d'esser riuscita nell'intento, e molte persone trovino impresso nel mio personaggio il loro Mimì.
Gina Scanzani - 08 gennaio 2017