Il libro Il volo delle parole assume un doppio significato: in primi si pone lo scopo di ringraziare la Fondazione Neurone, per avermi aiutata a trovare il coraggio nel superare e raccontare in Eccomi ci sono ancora le frustrazioni di una malata, permettendomi di conoscere da vicino il mondo della scrittura. In secondo luogo vuole rappresentare una scommessa nel vero senso letterario.
Orbene, mi sono riproposta di fare di questo libro un salvadanaio, con il quale aiutare la ricerca scientifica, di cui come paziente mi sento parte in causa. Sarà difficile, è una scommessa ardua, una causa persa, ma tentar non nuoce e chi non osa non saprà mai se era un’idea buona o azzardata.
Scommessa – Il secondo libro lo è!
Una scommessa, la mia, che sa di azzardo, come la Vita, tra polpastrelli fugge. Si sente al tatto e giunge al cuore, come un brivido trapassa e sfugge. Una scommessa piacevole, che lascia d’incanto, una piccola cosa, un gesto vivace mira all’animo di chi ne è capace. Un semplice dono che mi dà coraggio, come la parola che convive in me, comunica e tace quando scrivo per te.
Queste parole a chi ha fiducia nel mio sentire, chi crede come me nelle promesse; avevo detto che lo avrei fatto e presto sarà. Non ho mai perso il lume della speranza che, sino a oggi, mi ha permesso di, sognare a occhi aperti, navigare fantasticare e raggiungere il mio obiettivo.
Il primo libro ha rappresentato un “sogno”, il secondo, rappresenta una scommessa… E il terzo? Forse una certezza?
Scrivevo queste parole il 26. Settembre 2014, quando usciva il libro, riporto l’articolo qua, per motivi tecnici.
Dopo otto mesi una grande sorpresa mi è arrivata, mentre era in uscita il terzo libro. Una persona molto speciale (il parroco del paese) ha organizzato un evento, ed ha inserito all’interno della presentazione un recital. Sono state prese dal mio libro alcune poesie e lette da un ragazzo della compagnia teatrale Scintilla. Tutto ciò mi ha fatto molto piacere, non nascondo la sorpresa. C’era una platea di persone che hanno avuto il piacere di ascoltarmi, ringraziandomi di quanto stessi comunicando. Mi sono sentita felice, e leggera come una nuvola. Oggi, dopo una settimana ringrazio l’organizzatore dell’evento e i partecipanti per essere accorsi numerosi all’invito del parroco.
Gina Scanzani